(titolo originale “I’ve Got Your Number ”; trad. Paola Bertante, versione italiana del 2011)
Un romanzo “alla Kinsella”, con una protagonista che si racconta al presente in prima persona, combina un bel po’ di pasticci e fa cose tendenzialmente assurde.
Però, se si decide di credere a quanto avviene nell’incipit, ovvero che Poppy Wyatt trovi uno smartphone aziendale nel cestino dei rifiuti di un hotel, lo prenda perché il suo è stato rubato e instauri uno strano rapporto di simil-segretaria esterna con Sam Roxton, uno dei dirigenti dell’azienda proprietaria di detto smartphone, bé se si decide di credere a questo, tutta la storia sembra plausibile, anzi la trama risulta un meccanismo perfetto. Ci si può così gustare un romanzo leggero e divertente (mi è capitato di farmi più di una risata), che è un continuo susseguirsi di situazioni decisamente insolite, improbabili e talvolta quasi surreali.

Poppy, il cui matrimonio con un intellettuale la cui famiglia è costituita da intellettuali barra geni, pur di tenere per alcuni giorni il cellulare, si impegna a inoltrare a Sam tutte le mail aziendali, però – quasi inevitabilmente – non si limita a questo: legge i messaggi e non solo quelli di lavoro e si ingegna per “correggere” quelli che per lei sono comportamenti da cambiare. Questo dà origine a vari fraintendimenti e quindi a scene imbarazzanti e comiche.
Riguardo al proprio matrimonio la ragazza ha diversi problemi, primo fra tutti il senso di inferiorità che prova nei confronti della genialità del fidanzato e della sua famiglia e anche su questo fronte riesce a combinare diversi pasticci.
Un storia leggera, in cui i personaggi principali sono comunque approfonditi e le loro azioni sono motivate. Direi che si sente il “mestiere” dell’autrice, ma la commedia rosa che ne risulta è godibile e la trama ben congegnata, non mancano nemmeno i colpi di scena finali…
In questi giorni mi è capitato di rivedere in tivù “Susanna!” (“Bringing Up Baby”), un film del 1938 diretto da Howard Hawks con Katharine Hepburn e Cary Grant: avevo già iniziato la lettura del romanzo della Kinsella e ho trovato una somiglianza con il film. Ripensandoci, credo di aver avuto questa sensazione solo perché anche nel film ci sono situazioni assurde e una serie di equivoci, la maggior parte dei quali derivanti dal comportamento di Susan; dopo aver finito il libro, infatti, devo dire che quest’ultimo, pur nella sua “improbabilità” risulta più realistico e i comportamenti dei protagonisti decisamente più logici e meno farseschi. Sarà anche per la differenza di età… (tra il film e il romanzo, intendo)
Ho letto questo romanzo perché mi aveva incuriosita la recensione pubblicata da Chiara Mitton sul blog The Lark and the Plunge, che vi consiglio di leggere, a questo link: .“Ho il tuo numero” di Sophie Kinsella.
Mi segno il titolo del film, così lo guarderò non appena ne avrò l’occasione!
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Qualche risata te la fai di sicuro… 🙂 Io l’avevo già visto, ma la coincidenza mi ha colpita, anche se in effetti è logico che vi siano delle somiglianze, essendo entrambe commedie rosa basate anche su equivoci…
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