(titolo originale “Appointment with death” pubblicato nel 1938; edizione italiana da me letta del 1975, traduzione Enrico Piceni)
Un’anziana e ricca donna che tiranneggia la famiglia (una figlia, tre figliastri e la moglie del maggiore di questi) in modo insopportabile è la vittima, quasi predestinata, come suggerisce il titolo originale, la cui traduzione è proprio “Appuntamento con la morte”.
Poirot, scavando nella psicologia dei personaggi coinvolti e in quella della defunta, trova comunque chi e perché l’ha uccisa. Naturalmente.

Di certo il lettore non può che provare una certa solidarietà con l’assassino, o meglio con i familiari che quella morte rende finalmente liberi di vivere la propria vita. In effetti non si vede l’ora che la crudele signora Boynton venga fatta fuori..
A parte queste considerazioni morali, non si può infatti che essere d’accordo con Poirot che nessuno può ergersi a giudice di un altro essere umano, il romanzo è molto interessante. L’omicidio avviene circa a metà della storia e l’indagine è lineare: Poirot parla con tutti i possibili testimoni, evidenzia i punti salienti desunti dai vari racconti e le incongruenze et voilà, serve la soluzione come suo solito. Ed è una soluzione che soddisfa il lettore, almeno ha soddisfatto me.
Molta psicologia, dunque, e molta tensione: la maggior parte dei personaggi è al limite della sopportazione, a causa della dittatura della vecchia signora Boynton che si diverte a torturarli moralmente dominando le loro vite (non per niente prima di sposare il ricco signor Boyton era direttrice di una prigione). L’ambientazione è, come spesso accade nei gialli di questa scrittrice, esotica: i fatti si svolgono infatti fra Gerusalemme e Petra, luoghi la cui calda temperatura non sarebbe adatta allo stato di salute della signora Boynton. Insieme alla famiglia Boynton si trovano altri turisti: Jefferson Cope, amico della famiglia, due medici, Sarah King e Theodore Gerard, lady Westholme e Annabel Pierce. Tutti e cinque queste persone hanno un ruolo rilevante nella vicenda.
Mi pare perfino inutile dire che è una storia condotta magistralmente, Agatha Christie difficilmente delude.
Prima di iniziare la rilettura dei suoi romanzi non ricordavo che in tutti (almeno in tutti quelli che ho finora riletto) ci fosse un elemento rosa, almeno una coppia che alla fine si trova o ritrova: anche questo è un elemento rassicurante, no?
Malizioso, direi, è l’inizio de “La domatrice”: Poirot ode dalla finestra della propria stanza dell’hotel che dà sul Mar Morto questa frase: «Tu capisci bene, vero, che bisogna ucciderla?» e questo gli fa tornare alla mente un aneddoto:
Strane parole da udirsi, per un investigatore come Hercule Poirot nella sua prima notte di permanenza a Gerusalemme. “Decisamente, dovunque io vada c’è qualcosa che viene a rammentarmi il delitto” mormorò… Ma continuò a sorridere, pensando a un aneddoto che gli avevano raccontato su Anthony Trollope, il romanziere. Trollope si trovava su un transatlantico, quando udì due passeggeri che discutevano la trama di un suo prossimo romanzo pubblicata da un giornale.
“Mi sembra ottima” diceva uno dei due. “Però dovrebbe far morire quella noiosa vecchia…”
Con un largo sorriso il romanziere si era allora rivolto ai due: !Vi sono obbligato, signori” aveva detto. “Vado ad ammazzarla immediatamente!”
Personaggi
Hercule Poirot
colonnello Carbury che chiede a Poirot di investigare sulla morte della signora Boynton che sembrerebbe naturale ma che certi elementi fanno ritenere un omicidio
la signora Boynton (americana)
i suoi figliastri: Lennox Boynton, Raymond Boynton, Carol Boynton
Nadine Boynton moglie di Lennox
Ginevra Boynton figlia della signora Boynton
Jefferson Cope amico (americano) della famiglia Boynton
Theodore Gerard famoso medico francese
Sarah King giovane dottoressa inglese
lady Westholme membro del parlamento
Annabel Pierce turista
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